40.000 insegnanti in pensione, il precariato all’interno dei plessi scolastici è in aumento: si stima che l’anno scolastico 2019/2020 inizierà con una penuria di docenti pari a 170.000 unità. Il fatto paradossale è che ci sono migliaia di docenti che da anni sottoscrivono contratti precari, senza la possibilità di essere immessi in ruolo. Sono diversi i politici che hanno evidenziato come ci sia una discrepanza di risorse finanziarie assegnate alle necessità del paese. Le risorse destinate all’istruzione sembrano essere inferiori a coprire le reali necessità.
Insegnanti in pensione dal 1° agosto, precariato e supplentite una piaga della scuola
La scuola è il comparto all’interno del quale ogni anno vengono sottoscritti contratti a tempo determinato. I docenti che sottoscrivono i succitati contratti non sono nuovi a questa pratica: annualmente sono sottoposti a contratti che coprono periodi più o meno lunghi di supplenze, che non portano mai ad una reale immissione in ruolo. Le 170.000 unità che rappresentano al penuria dell’anno scolastico 2019/2020 sono dati da 42 mila docenti che dal 1° agosto saranno collocati a riposo tra pensionamenti ordinari e straordinari.
Le parole di Malpezzi sul precariato
L’onorevole Malpezzi, del PD, ha asseverato che: “L’esecutivo trova i soldi per mandare in pensione i docenti con Quota 100 e non li trova per sostituirli con quelli precari “. Si stima che molti docenti non siano idonei a svolgere il ruolo che ricoprono: con l’esaurirsi della graduatorie, le scuole incaricano anche chi si presenta solo con un titolo per insegnare.
L’onorevole Malpezzi assevera che il governo attualmente in carica non ha garantito coperture economiche per cercare di sanare la situazione della scuola: serve che il governo operi al fine di programmare la trasformazione di parte dell’organico di fatto in organico di diritto.
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