5 anni nella stessa sede, docenti non potranno cambiare scuola

Luigi Strada

Importanti novità per i docenti, la maggioranza ha presentato il decreto semplificazione che stabilisce che gli insegnanti “di ogni ordine e grado di istruzione, qualunque sia la procedura utilizzata per il reclutamento” devono prestare servizio per 5 anni nella stessa sede.

Vincoli di permanenza di 5 anni

Il maxiemendamento non si limita a presentare il “futuro” dei docenti ma specifica anche come sono applicati i vincoli. La norma ha l’obiettivo di garantire la continuità didattica per supportare gli studenti nel corso della loro carriera scolastica. I docenti neoassunti nella scuola dell’infanzia o primaria devono restare nella stessa sede per 3 anni, mentre per i docenti neoassunti di ogni ordine e grado la permanenza è di 3 anni nell’ambito territoriale, per i docenti neoassunti nelle scuole secondarie non vincitori di concorsi (D. Lgs. 59/2017) l’obbligo di permanenza nella stessa sede è sempre di 3 anni. I 5 anni si riferiscono ai docenti di sostegno e ai neoassunti nella scuola secondaria che hanno vinto i concorsi così come stabilito dal  D. Lgs. 59/2017.

Cinque anni di servizio

Proposta depositata e non approvata

L’emendamento è stato presentato dai relatori al Decreto Semplificazioni che dovrebbe modificare una norma attualmente in vigore che riguarda i professori delle superiori. Il vincolo oltre ad allargare la fascia di docenti introduce anche la procedura di reclutamento, senza fare alcuna distinzione. La proposta è stata solo depositata e non è stata ancora approvata, tra le novità ci sono anche le precisazioni in merito al sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici e i compensi per i presidenti di commissione degli esami di terza media.

Le reazioni dei sindacati

La proposta del vincolo di 5 anni nella stessa sede per i docenti non è piaciuta al sindacato. I docenti, anche neoassunti, possono cambiare istituto dopo 1 anno scolastico, così come possono farlo tutti gli insegnanti. Maddalena Gissi di Cisl Scuola teme che il vincolo sia esteso a tutti i docenti, preoccupazioni che trovano riscontro nella relazione illustrativa degli emendamenti del Decreto Semplificazioni. Il segretario Generale di Uil Scuola, Pino Turi, sostiene invece che l’obbligo “generalizzato” sia frutto di demagogia e propaganda da parte di chi non conosce il mondo della scuola e che è stato creato un “groviglio” normativo.

La continuità didattica non si raggiunge con divieti e obblighi e Turi auspica un chiarimento sulle intenzioni del Governo.

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