La comunicazione è il mezzo attraverso il quale arriviamo ai nostri alunni. Nell’articolo parleremo o di comunicazione efficace e successo didattico.
La comunicazione efficace nella scuola
La Comunicazione è “un processo di scambio di informazioni e di influenzamento reciproco che avviene in un determinato contesto”. Perché un processo comunicativo possa avvenire, c’è bisogno di un canale (giornale, tv, radio, ma anche l’aria, il corpo …) e di un codice (come per esempio una lingua, o un sistema strutturato di segni).
Secondo Shannon e Weaver la comunicazione si poggia su due sistemi: l’emittente (o fonte) e il ricevente (o destinatario). Il messaggio parte dall’emittente e arriva al ricevente che lo “decodifica”, passando attraverso un “canale” che può anche essere disturbato da un “rumore”(teoria matematica o lineare della comunicazione).
Esistono tre tipi di comunicazione: verbale, non verbale e para verbale. Una comunicazione efficace prevede un equilibrio tra questi tre tipi di comunicazione.
Ma cosa c’entra tutto questo con la scuola?
La scuola vede la partecipazione di tantissimi soggetti attivi, che necessitano di una disciplina nell’attività della comunicazione. A partire dagli anni 90 in poi si è assistito infatti ad uno sviluppo normativo che ha portato sempre più l’esigenza di comunicazione nella scuola: la scuola deve comunicare con alunni e genitori, i docenti devono comunicare con alunni e genitori, alunni e genitori devono poter comunicare con la scuola, ma non solo, con tutto il personale che circola nelle istituzioni. L’apice dell’importanza della comunicazione, che diventa un dovere istituzionale, lo abbiamo con la legge 150/2000.
Nasce così il Piano della Comunicazione che ha il compito di descrivere le responsabilità e le modalità operative previste dalla scuola per la gestione dei flussi comunicativi con la finalità di assicurare la corretta, sistematica e tempestiva circolazione delle informazioni, sia quelle destinate ai portatori di interesse interni (personale docente e ATA, studenti, famiglie) che esterni (partner di progetto, partner di rete, fornitori, istituzioni, territorio); garantire la reperibilità e la massima fruibilità delle informazioni e delle comunicazioni interne ed esterne; rendere la comunicazione un fattore strategico che concorre alla pianificazione e alla realizzazione dei processi attivati; promuovere, attraverso una comunicazione efficace e sistematica, la disseminazione sul territorio del progetto educativo in cui si concretizzano la vision e la mission della scuola; attivare canali di ascolto permanenti che rendano la comunicazione un efficace strumento per il miglioramento continuo.
Obiettivi, dunque, della scuola sono soprattutto attrarre nuovi iscritti, rafforzare le relazioni esistenti, raggiungere nuovi territori e interlocutori, rinnovare i servizi offerti, stabilire nuove relazioni esterne, migliorare la visibilità dei servizi offerti e individuare nuovi valori e significati da comunicare all’esterno.
La comunicazione tra docenti e alunni
“Comunicare” deriva dal latino communis, cioè “comune” ovvero “mettere in comune”. Comunicare vuol dire mettere qualcosa in comune da parte di tutti i soggetti che intervengono in un processo di scambio di informazioni. Vuol dire donare qualcosa di se stessi agli altri e questo donare dà vita a dei legami tra le persone creando dei “gruppi” e nel nostro caso specifico dando vita al “gruppo classe”.
Il gruppo classe è naturalmente inteso come l’insieme di alunni e docenti. Per raggiungere nuovi traguardi, abilità, conoscenze e competenze é necessario utilizzare una comunicazione efficace perché è proprio il suo uso che consente di sviluppare capacità specifiche e trasversali favorendo contemporaneamente la socializzazione.
Norton afferma che lo stile comunicativo dell’insegnante è il risultato dello stile specifico individuale con lo stile di comunicazione di certi contenuti disciplinari in una certa classe, in un certo ambiente, con un gruppo di studenti.
Vediamo i vari tipi di stile comunicativo che può avere un docente:
- amichevole/aperto: è lo stile che conferma il Sé dell’altro. E’ tipico di un insegnante che lascia capire agli studenti che essi sono persone degne di riconoscimento, interesse e affermazione;
- attento: indica un docente che capisce ed ascolta, che è vigile alla situazione. E’ uno stile che segnala che sta avvenendo un processo interattivo in cui il docente è attivo e rivolto all’altro.
- animato/d’impatto: si caratterizza per un interesse per ciò che si sta facendo e si spende energia per farlo e ciò induce a porre attenzione al messaggio. Si rivela uno dei maggiori predittori dell’insegnamento efficace.
- drammatico: attraverso il racconto di storie (belle, significative e divertenti), l’utilizzo di aneddoti, metafore, ed esempi e con l’enfasi posta al contenuto dei messaggi, l’insegnante dà maggiore intensità al significato letterale e si assicura una buona quota di successo nell’ascolto.
- rilassato: indica calma e raccoglimento nel comportamento comunicativo e fa si che la persona sia percepita come sicura di sé e controllata, così come tranquilla nel processo di insegnamento.
- preciso: è uno stile che caratterizza un docente che sa spiegare
Cosa deve saper fare quindi in docente?
- avere capacità di intrattenimento, saper attirare l’attenzione
- essere divertente, simpatico
- insegnare raccontando storie
- esporre i contenuti in maniera coinvolgente
- stimolare la fantasia degli studenti
- far ridere gli studenti (la risata crea empatia)
- controllare lo stato d’animo della classe
- massimizzare l’abilità degli studenti ad apprendere
- influenzare positivamente i ragazzi
Norton quindi identifica 5 variabili comunicative che possono predire l’insegnamento efficace:
- usare più energia, dinamismo, attività apertura ed entusiasmo nella classe quando si insegna
- utilizzare strategie per catturare l’attenzione: humor, storie, sorpresa….
- imparare a far ridere la classe
- lavorare su cosa attrae e attira gli studenti
- imparare a manipolare lo stato d’animo della classe (uso appropriato del potere, del tempo buono, ricerca di nuove tecniche, rivelazione delle proprie credenze ed opinioni…).
Essere buoni insegnanti perciò NON significa solo sapere ma significa avere tutte le capacità per saper trasmettere. Il buon docente costruisce i rapporti con gli alunni e sa comunicare con ognuno di essi: perché il buon insegnante è colui che NON DIMENTICA di essere stato prima un alunno!
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