Concorsi truccati, ma non solo all’università di Catania, le indagini e le accuse

A seguito dell’inchiesta sui concorsi truccati accaduta a Catania anche il ministro Bussetti si è espresso. La Digos della Questura di Catania tramite un’accurata indagine coordinata dalla Procura etnea ha scoperchiato un vaso di Pandora.

Lo scenario mostrato è inquietante: all’università di Catania molti concorsi sembrano essere stati truccati. Nella giornata del 30 giugno scorso vi è stata a sospensione da parte del Gip del Rettore dell’Università del capoluogo etneo, Francesco Basile, e di altri nove professori accusati di corruzione, associazione per delinquere e turbativa d’asta.

Tra gli indagati ci sono altri due rettori: uno dell’università La Sapienza di Roma, e l’altro all’Humanitas University di Rozzano.

Concorsi truccati a Catania: come si sono svolte le indagini e le accuse

A tal fine di procedere con le indagini sono state effettuate delle perquisizioni, risultano 66 indagati: tra questi figurano 40 professori dell’Università di Catania e 20 di atenei sparsi in tutta la penisola. Si stima che i concorsi truccati siano 27, ma le indagini sono aperte anche per altre novantasette concorsi.

Le truffe perpetrate avevano i seguenti obiettivi: garantire benefici economici o posizioni lavorative come dottorati di ricerca a chi risultava essere d’accordo con quelli che sono stati ritenuti i responsabili dei concorsi truccati.

Concorsi truccati

Concorsi truccati a Catania: le parole del ministro Bussetti

Bussetti, ministro dell’istruzione si è così espresso: “Se tra gli indagati ci sono dei colpevoli, sarà la magistratura ad appurarlo. Tuttavia il Ministero non starà a guardare. Certamente si costituirà parte civile per chiedere il risarcimento dei danni ai professori di cui verrà accertata la responsabilità. Non faremo sconti a nessuno. Il Miur procederà per tutelare la nostra università e le migliaia di persone che quotidianamente ci lavorano onestamente”.

Bussetti ha sottolineato come sia necessaria, anche alla luce dei fatti, una proposta politica e legislativa che metta in sicurezza il mondo universitario, il reclutamento e il collocamento dei docenti. Il ministro dell’istruzione annuncia ce il governo è già all’opera per cercare di sanare la situazione e di attuare una legge appositamente studiata per punire chi si macchia di simile nefandezze.

Bussetti si rimette ai giudici, ma ci tiene a precisare che nell’ambiente universitario ci sono molteplici lavoratori indefessi e tra i partecipanti ai concorsi migliaia di studenti e onesti e meritevoli. Se venissero confermate le accuse tratte dopo l’indagine della Digos, i concorsi truccati sarebbero annullati e la legalità per i suddetti concorsi verrebbe ripristinata.

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