Avevano presentato falsi certificati di abilitazione, per questo 10 docenti di sostegno campane sono finite nei guai. L’Ufficio scolastico regionale infatti ha accertato che i titoli erano stati contraffatti.
Diplomi falsificati con lo scanner
L’Ufficio scolastico regionale della Campania ha scoperto che 10 docenti di sostegno avevano presentato titoli contraffatti, avevano usato lo scanner e il computer per inserire il nome dell’Università. Le indagini hanno interessato soprattutto i concorsi a cattedra del 2016 e le GAE provinciali di Napoli e Salerno. Il Mattino riporta che Luisa Franzese, direttrice generale dell’amministrazione scolastica ha deciso di intensificare i controlli, una vera e propria task force per la verifica dei titoli dei docenti che avevano partecipato ai concorsi regionali per l’immissione in ruolo presentando l’abilitazione al sostegno. Le 10 docenti sono state denunciate alla Procura di Napoli che è già impegnata in altre indagini sui falsi titoli di sostegno e sull’incendio all’archivio del Provveditorato di Salerno avvenuto lo scorso 2 dicembre.
Le dichiarazioni del Ministro Bussetti
Il Ministro Bussetti ha confermato i controlli in corso da parte dell’Ufficio scolastico regionale e ha dichiarato che il MIUR sta lavorando insieme alle famiglie e alle associazioni per cambiare il sistema di reclutamento dei docenti di sostegno. Saranno formati 40mila insegnanti e le spese delle supplenze saranno iscritte in bilancio.
Scandalo titoli falsi: primi licenziamenti
Le inchieste sui titoli falsi non riguardano solo la Campania ma anche il Veneto dove le indagini hanno interessato anche i bidelli. In una scuola di Portogruaro c’è stato già il primo licenziamento. Il caso sui titoli falsi è scoppiato a dicembre, quando sono state avanzate delle perplessità circa l’assunzione dei collaboratori scolastici. Molti di questi erano campani, avevano “gonfiato” il voto del diploma e avevano dichiarato di aver maturato esperienza nel settore, ma non avevano presentato alcun attestato.
Un altro caso ad Asiago in provincia di Vicenza dove c’era un bidello diplomato con il massimo dei voti come il fratello, sempre impiegato nel vicentino. A Bassano del Grappa invece, sempre in provincia di Vicenza, un istituto scolastico ha deciso di escludere dalle graduatorie due persone che avevano presentato l’autocertificazione dei titoli e non avevano prodotto la documentazione ufficiale, nemmeno in copia conforme per poterne accertare l’esistenza negli archivi scolastici.
Le scuole si muovono in maniera autonoma e spesso chiedono all’INPS di effettuare una verifica sulle esperienze lavorative precedenti.
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