Le ultime notizie che arrivano dal Governo non sono positive per il mondo della scuola. Inps e Inail potrebbero essere commissariate, un’ipotesi che prende sempre più corpo. Il Governo potrebbe inserire la riforma degli entri nel decreto legge della prossima settimana, lo stesso che contiene altre due misure: Quota 100 e Reddito di Cittadinanza.
L’esecutivo del Governo vorrebbe tornare alla struttura collegiale cancellata nel 2010 da Berlusconi-Tremonti, al posto dei presidenti Tito Boeri e Massimo De Felice potrebbero arrivare i commissari. Mentre Boeri è quasi alla fine del mandato, quello di De Felice scade nel 2020.
Inps e Inail, taglio alla figura monocratica
La mossa del Governo cancella la gestione semi commissariale degli ultimi dieci anni e ci saranno diversi “effetti collaterali” il primo riguarda l’azzeramento dei vertici degli enti, soprattutto quello dell’Inps. Sono noti i dissapori tra il presidente INPS Tito Boeri e la Lega per le bocciature alle modifiche della Legge Fornero. Il Cda di Inps e Inail dovrebbe essere nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri dopo la deliberazione dell’esecutivo, e su proposta del Ministro del Lavoro e del Ministro dell’Economia. Gli “effetti collaterali” riguarderanno anche il mondo della scuola e in particolare i pensionamenti ATA e docenti.
Pensionamento ATA e docenti, cambia tutto?
L’eventuale approvazione della Legge di Bilancio impedisce ai docenti e al personale ATA di presentare domanda di pensionamento con decorrenza 1/09/2019. Il D.M. 727 del 15/11/2018 che fa riferimento alla circolare INPS n. 62 del 4/04/2018, prevede il possesso dei nuovi requisiti per l’accesso alla pensione adeguati alla speranza di vita (Decreto del 5 dicembre 2017). I requisiti dall’1/01/2019 sono: 67 anni al 31/12 dell’anno di pensionamento, 42 e 3 mesi di contributi per le donne, 42 anni e 3 mesi di contributi versati per gli uomini.
Il messaggio INPS n. 4804 del 21/12/2018 ha modificato i parametri portando il requisito anagrafico a 66 anni e 7 mesi e quelli contributivi a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Il MIUR deve emanare le disposizioni in merito ma un eventuale commissariamento di Inps e Inail potrebbe cambiare le carte in tavola.
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