Fare scuola oggi significa non solo conoscenze ma anche competenze umane ed emotive, nello specifico vedremo l’importanza dell’empatia nella professionalità docente. Tutte le rivoluzioni più grandi sono partite nei salotti culturali prima, nelle aule universitarie poi, nel web ora. Tutto ciò che genera un cambiamento a primo impatto però spaventa.
L’empatia nella professionalità docente
Succede nella nostra realtà quotidiana, succede ancor di più quando il cambiamento invade l’intera società. Ma l’uomo è in continua evoluzione e insieme a lui evolve la società, cambiano gli scenari e gli approcci, i rapporti e le realtà economiche e in tutto questo continuo cambiamento, mentre ci apprestiamo a conoscere con paura tutto ciò che ci accade o che facciamo accedere, scriviamo la storia.
Il ruolo del docente nel corso del tempo
Il ruolo del docente nel corso del tempo ha subito una serie di cambiamenti, di evoluzioni e involuzioni e oggi non riusciamo a capire [o abbiamo paura di capirlo] che posizione occupa l’insegnante nella società.
Se cambia la società, cambiano i giovani e cambiano anche le esigenze, la scuola non può esimersi dal cambiare insieme ad essi: ambiente d’apprendimento di eccellenza deve seguire il ritmo scadenzato del tempo che nel suo trascorrere lascia segni e chiede rinnovamenti. La scuola è fatta dai docenti e dai discenti.
Docenti e discenti
Per capire chi sono i docenti dobbiamo prima di tutto identificare chi sono i discenti.
I discenti sono i nostri figli, così diversi da noi come noi lo siamo stati dai nostri genitori e così via nel corso dei secoli. I nostri figli sono figli di una società che abbiamo creato noi.
Riassumendo la società e i giovani sono un nostro prodotto, sono il risultato delle nostre piccole e grandi rivoluzioni. È necessario assumerci la responsabilità delle nostre creazioni e non dobbiamo demonizzare ciò che è nuovo ma dobbiamo accostarci ad esso con la voglia di scoprire ciò che di bello c’è in quello che non conosciamo. Gli alunni di oggi hanno un lessico loro, un modo di interagire personale, un modo di apprendere diverso perché sono frutto di un’evoluzione e ciò che evolve migliora sempre!
Chi sei quindi oggi Prof?
Una cosa è certa NON sei più il Prof di ieri: quello che si sedeva in cattedra e travasava le sue conoscenze, non sei più colui che giudicava e puniva.
Oggi Prof sei colui che accoglie, che è pronto a rimettersi in gioco, sei colui che spiega 1000 volte e in 1000 modi diversi lo stesso argomento perché il tuo obiettivo è ARRIVARE a quell’alunno che non è poi così tanto lontano da te.
Caro Prof Oggi sei colui che guarda negli occhi i ragazzi per entrare nella loro anima, perché è proprio da lì che inizia la vera rivoluzione: nel centro del loro cuore ed è proprio qui il tuo posto perché Caro Prof tu sei quello che ogni volta che entra in classe si ricorda che non è la materia che fa l’insegnante, ma l’insegnante che fa la materia. Caro Prof posso dirti una cosa? sei molto più bello oggi di ieri, perché l’evoluzione porta sempre al meglio!
Empatia del docente
Se volessimo partire dalla filosofia dovremmo porre una prima distinzione tra coloro che ritengono l’essere umano una tabula rasa al momento della nascita e coloro invece che ritengono che si abbiano già delle conoscenze a-priori. Indipendentemente dalle diatribe filosofiche e dalle loro confutazione una cosa è certa: chi decide di diventare docente si assume una responsabilità enorme perché i docenti scrivono nell’animo dei loro alunni, sono il primo confronto con la realtà non strettamente familiare e il loro atteggiamento creerà delle aspettative e dei pregiudizi rispetto alla realtà esterna.
Il mestiere di docente
Il mestiere di docente è un mestiere di alto spessore morale che le culturale. Coloro che si apprestano a diventare docenti e coloro che già svolgono la professione non devono mai dimenticare che fare l’insegnante non significa solo avere competenze culturali e didattiche ma prima ancora significa avere competenze relazionali e comunicative efficaci ed efficienti.
L’azione educativa dell’insegnante è impregnata dagli stili comportamentali e dai pattern relazionali, che secondo Marone (2006) sono veicolati: «[…] dalle sue parole, dai suoi linguaggi non verbali, dai suoi silenzi, dalla sua autorevolezza che accompagna con fermezza lo studente fin che è necessario; dalla sua pazienza, dalla capacità di controllarsi e non interpretare immediatamente né categorizzare l’allievo, come pure di non banalizzare le emozioni e i pensieri, accogliendoli» (Marone, 2006, p.215).
Come ben si nota l’autore parla di autorevolezza e non di autorità e io aggiungerei che il docente di oggi deve rispettare quella che io chiamo la “regola delle quattro C”: deve essere competente, coerente, catalizzatore emozionale e comunicatore efficace.
È necessario sapere ma ancora più importante è necessario saper trasmettere, far capire, comprendere. Deficit nelle competenze del docente nell’area comunicativa, emotiva e relazionale conducono verso il fallimento dello scopo didattico – educativo.
Concludiamo con una frase che spero possa essere da spunto di riflessione
«(Gli insegnanti) […] non dovrebbero preoccuparsi di cosa bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per fare scuola» Don Lorenzo Milani, 1957. (Esperienze pastorali, LEF: Firenze, pp. 239).
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