Metodologie didattiche e problem solving nella scuola di oggi

Luigi Strada

Ogni giorno, in qualsiasi ambito della vita personale e professionale, abbiamo a che fare con problemi e difficoltà da risolvere. Il problem solving, ossia la capacità di gestire anche le situazioni più complicate o inaspettate, è importante anche a scuola.

Il problem solving

Quando si parla di problem solving si fa riferimento ad un concetto generico che fa riferimento ad un processo cognitivo che parte dall’analisi di una situazione e conduce alla relativa risoluzione.

Il problem solving

Il termine “problem solving” è utilizzato in diversi contesti, è un requisito che si richiede in determinate professioni e che quindi viene inserito all’interno dei curricula di chi cerca lavoro. Naturalmente un concetto del genere è entrato a pieno titolo anche nell’ambito scolastico ed accademico, identificandosi spesso con il pensiero critico, la gestione costruttiva delle emozioni e dei sentimenti, la creatività.

Usare il problem solving nella didattica

Il tradizionale processo di apprendimento, come lo si intende in genere, si compie attraverso azioni e reazioni automatiche, acquisite in precedenza e poi applicate a problemi e situazioni simili. Il problem solving, invece, si basa su presupposti alquanto diversi, e permette di arrivare alla soluzione di problemi e situazioni inaspettate ed imprevedibili.

Chi applica il problem solving effettua un ragionamento più strutturato per arrivare a risolvere una situazione complessa che non potrebbe definirsi attraverso procedure automatiche o approcci intuitivi ed istintivi. Nello specifico, se applicato a scuola, il PS consta di cinque momenti:

  • Comprensione: gli studenti esaminano il problema, lo analizzano nelle varie componenti e si chiedono se hanno mai incontrato una situazione simile;
  • Previsione: in questa fase comincia il ragionamento che porterà ad individuare ciò che è necessario, il tempo necessario per arrivare alla soluzione e quali strumenti servono per raggiungere l’obiettivo;
  • Pianificazione: questo momento porterà alla fase finale, attraverso l’utilizzo delle informazioni in possesso, delle conoscenze a disposizione e delle ricerche effettuate sull’argomento;
  • Monitoraggio: mentre svolgono il compito assegnato, i ragazzi si fermano a chiedersi se stanno procedendo bene, se invece è necessario cambiare approccio o chiedere aiuto a chi ha più esperienza al riguardo;
  • Valutazione: è il momento in cui gli studenti, durante la risoluzione del problema, si domandano se la prospettiva è giusta, se i tempi calcolati sono esatti, se sono stati compiuti errori e come è possibile ottenere miglioramenti.

Lo strumento del problem solving si applica soprattutto in matematica, ma il medesimo percorso cognitivo può essere utilizzato anche nelle materie di tipo scientifico ed umanistico, poiché aiuta ad affrontare gli argomenti in maniera più approfondita e completa.

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