Scuole chiuse dopo 14 giorni di interruzioni delle attività didattiche. Dopo la sospensione delle lezioni, il 5 marzo solo ora ci si appresta alla chiusura delle scuole, decisione che doveva essere prevista da subito. Come S.B.C. lo abbiamo chiesto da giorni con documenti, comunicati stampa e appelli, che sono stati pubblicati sui siti più importanti e inviati a parlamentari, partiti e alla stessa Ministra.
Scuole chiuse dopo 14 giorni di interruzione delle attività didattica
Bisognava tutelare da subito 200.000 lavoratori ATA e gli stessi 8.000 Dirigenti scolastici, che, detto incidentalmente, in questi giorni, hanno dato il peggio con disposizioni confuse e contraddittorie per gli ATA e che hanno bombardato i docenti a ogni ora del giorno con direttive sull’insegnamento a distanza, hanno creato confusione (vedi firma su registro elettronica) e attuato improprie ingerenze, con un attacco alla libertà d’insegnamento mai visto prima; per attività del tutto volontarie quali quelle connesse alle lezioni a distanza che dovrebbero essere lasciate al buon senso del singolo docente e al criterio della flessibilità.
Ciò detto finalmente come in Francia e in altre Nazioni, dove non si è fatta questa stupida distinzione tra interruzione delle attività didattica e chiusura delle scuole come in Italia, le scuole finalmente chiuderanno lo prevederà l’ennesimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui abbiamo perso il conto, come è stato anticipato dal Governatore del Piemonte in una dichiarazione di qualche ora fa.
Personale ATA esposto inutilmente al contagio
Si dovrebbe ora chiedere scusa ai lavoratori ATA che per giorni e giorni sono stati esposti inutilmente al rischio di contagio da una burocrazia ministeriale ottusa e da un Ministero che invece di prendere decisioni risolutive fin da subito in una situazione drammatica, ha prodotto quel che sa fare meglio, note e circolari lette poi in modo difforme ed eccentrico da Dirigenti Scolastici che, spiace dirlo, da quanto è accaduto e accade nelle scuole, hanno dato una pessima prova, la qual cosa pone seri dubbi sui loro criteri di reclutamento.
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