La Legge di Bilancio del governo penalizza l’istruzione, tagli scuola, 150 milioni di euro in meno per la scuola. In piazza studenti e ricercatori.
Tagli al settore scolastico per 150 milioni di euro
La Legge di Bilancio 2019 prevede dei tagli alla scuola, il MIUR sostiene che sono risparmi e che verranno utilizzati per altre riforme del governo Lega-M5S, ma i ricercatori e gli studenti hanno fissato una manifestazione per il 12 ottobre.
Tagli scuola: riduzione ore alternanza e stop test di ingresso
Il primo provvedimento della Legge di Bilancio per il settore scolastico era stato annunciato durante la campagna elettorale. Bussetti ha affermato che i tagli sono risparmi ma la questione di base è che non ci sono finanziamenti per la scuola e l’università. Per quanto riguarda la riduzione delle ore di alternanza scuola-lavoro che consente un risparmio allo Stato di 50 milioni di euro, il ministro Bussetti ha spiegato che la scelta è stata fatta per consentire qualità e attenzione. Lo studente infatti deve capire quali sono le attitudini personali e non lavorare. Nella bozza comunque è specificato che la scuola potrà scegliere autonomamente se aumentare le ore. Il MIUR sta lavorando anche all’accesso ai corsi a numero programmato. Lo scopo del governo è quello di adottare il sistema francese con iscrizioni aperte al primo anno e selezione per l’accesso al secondo. Questa è una novità molto importante per gli aspiranti medici che possono accedere direttamente alla facoltà di medicina e dimostrare durante il corso dell’anno le proprie capacità.
Tagli scuola, il comunicato stampa Anief
I tagli alla scuola preoccupano anche l’Anief, Marcello Pacifico presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, sostiene che la Legge di Stabilità è persino peggio dell’ultima. Il sindacato è pronto ad annunciare ricorso nel caso i tagli venissero confermati. Il comparto dell’istruzione è il settore più danneggiato dalla manovra, le misure annunciate nel paragrafo precedente infatti colpiscono la “Buona scuola” di Renzi e annullano le promesse fatte agli insegnanti.
I loro stipendi sarebbero stati allineati a quelli europei, ma il DEF va in un’altra direzione perché si parla solo di alternanza scuola-lavoro, sostegno ad alunni disabili, formazione e trasferimenti del personale.
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