Primo via libera in Parlamento al ritorno dell’educazione civica a scuola. La soluzione a cui si lavora serve a poco o niente. Si poteva fare molto di più, come proposto dal giovane sindacato alla Commissione Cultura della Camera.
Educazione civica a scuola
Pacifico (Anief): Non si possano formare cittadini consapevoli e responsabili se non in una prospettiva più ampia che vada oltre i confini nazionali e conduca verso una coscienza eurounitaria; è di primaria importanza la condivisione di temi come l’educazione civica, il diritto comunitario, partendo dalle Carte fondamentali e dai Trattati Europei. Non basta ricavare un’ora, sottraendo tempo ad altre materie.
Torna l’educazione civica come materia obbligatoria, con voto in pagella e valutazione finale, nella scuola primaria e secondaria. Con 451 voti favorevoli, tre astenuti e nessun voto contrario la Camera ha approvato la legge che ne istituisce l’insegnamento. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.
Criticità del provvedimento
Peccato che questo via libera – se si legge nel dettaglio il provvedimento come riportato da Il Sole 24 Ore – prescriva 33 ore di studio all’anno della nuova materia per insegnare i «principi di legalità, cittadinanza attiva e digitale, sostenibilità ambientale, diritto alla salute e al benessere della persona», ma prendendo ore un po’ da tutte le altre materie, come il consiglio di istituto riterrà più utile.
L’insegnamento potrà essere anche affidato a più insegnanti in contitolarità, ma ci sarà un coordinatore («al quale non sono dovuti compensi o indennità» per questo incarico) per ogni classe che dovrà dare un «voto in decimi» ad ogni alunno.
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